La relazione di aiuto è un concetto che si riferisce a un tipo di interazione tra due persone, in cui una persona cerca di aiutare l’altra ad affrontare e superare difficoltà, problemi o situazioni complesse. Questo tipo di relazione si trova spesso nei contesti di counseling, psicoterapia, assistenza sociale o semplicemente nell’ambito di amicizie e supporto emotivo.
Il primo passo verso la concretizzazione della relazione di aiuto è capire che si ha necessità di aiuto ed essere aperti al riceverlo. Talvolta ci si ritrova a pensare ad alta voce in compagnia di un vecchio amico e chi ascolta comprende profondamente le nostre emozioni, le nostre esperienze e i nostri pensieri; tuttavia questa empatia ci è veramente di aiuto se chi ascolta non esprime alcun giudizio, cioè se riceviamo accettazione totale e positiva senza sentirci giudicati.
Questo crea un ambiente sicuro in cui possiamo esplorare sentimenti e pensieri senza paura.
Il facilitatore nella relazione di aiuto, laddove la persona che ascolta non sia il vecchio amico di cui sopra, occorre che sia autentico e genuino. Questo significa essere aperti, onesti e trasparenti nella comunicazione; significa anche rispettare l’autonomia e le scelte dell’altra persona, poiché se essa è in difficoltà dovrebbe sentirsi libera di esprimere i propri pensieri e sentimenti senza timore di coercizione.
Un altro elemento importante nella relazione di aiuto è l’ascolto attivo; esso è cruciale per capire appieno le preoccupazioni dell’altra persona. Ciò implica non solo l’ascolto delle parole, ma anche la comprensione delle emozioni e dei sottintesi, l’attenzione alla comunicazione paraverbale e non verbale.
Sappiamo bene che osservare le espressioni del volto, il gesto delle mani, la postura, lo sguardo, sono fondamentali per comprendere appieno ciò che stiamo ascoltando e dunque lo stato d’animo di chi ci sta chiedendo aiuto.
Occorre infine ricordare altri aspetti, primo fra tutti la chiarezza nelle comunicazioni: comunicare in modo chiaro è essenziale per evitare fraintendimenti. La comunicazione aperta facilita la comprensione reciproca; e d’altro canto occorre anche flessibilità, cioè adattarsi alle esigenze della persona in difficoltà, poiché ogni persona è unica, e occorre che le strategie di aiuto siano flessibili per adattarsi alle circostanze.
La relazione di aiuto è spesso un processo collaborativo in cui entrambe le persone coinvolte contribuiscono al cambiamento e alla crescita. Sia il facilitatore che la persona in difficoltà possono imparare e crescere da questa interazione.
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